Non smetterò mai di sognare
avrò forza per vincere
coraggio per non mollare
pazienza per persistere.
(A.Parker)
Roma è strana in questo periodo. I negozi sono vuoti, le strade deserte. Ufficialmente non c'è nessun lockdown, ma nella mia città, così sempre brulicante di vita, vagano infreddolite solo poche persone, per lo più gente che raggiunge il posto di lavoro o si rifornisce di cibo. Sarà colpa di Omicron, sarà che ci sono veramente tanti contagiati e altrettanti sono in isolamento, sarà la mestizia di non vedere la fine, ma se andate in giro per il centro vi assicuro che ci sono più giornalisti che persone a passeggio. A parte il circo politico/mediatico di questi giorni, si percepisce troppa rassegnazione nell’aria e poca speranza. Si seguita, giustamente, a parlare di bonus e di ristori, ma per i bambini ed i ragazzi cosa stiamo facendo? È vero, tutti, a tutte le età, abbiamo sofferto e soffriamo per le limitazioni alla nostra libertà a cui il virus ci obbliga, ma i ragazzi, dai bimbi ai più grandi, sono quelli che hanno pagato e seguitano a pagare il prezzo più alto. Alcuni di loro hanno sofferto moltissimo altri meno, ma a tutti sono stati tolti due anni di esperienze, di viaggi, di socialità, di crescita nel gruppo, di confronto fisico con l'altro, due anni di abbracci, di baci, di primi amori, due anni di libertà. L’altro giorno, passando davanti al cortile di una scuola elementare, mi si è stretto il cuore nel vedere dei bimbi giocare con le mascherine indosso e nel sentire le maestre gridare “state distanti !”. Le nostre vite si sono stravolte e ci lamentiamo di questo in continuazione, ma le loro vite non si sono solo stravolte ... si sono fermate in stand by. Loro sono il nostro futuro, che generazioni stiamo crescendo? Che cicatrici rimarranno nelle loro anime, quanto peserà nel loro futuro il ricordo di questi due anni? Sempre che siano solo due anni… Mi dispiace oggi mi “beccate” così, un po' triste, un po' sfiduciata, un bel po' arrabbiata. E come sempre quando ho la luna storta mi rifugio in cucina, perché a volte distrarsi è rigenerante.