Ode al carciofo
Il carciofo dal tenero cuore si vestì da guerriero,
ispida edificò una piccola cupola,
si mantenne all'asciutto sotto le sue squame,
vicino al lui i vegetali impazziti si arricciarono,
divennero viticci,
infiorescenze commoventi rizomi;
sotterranea dormì la carota dai baffi rossi,
la vigna inaridì i suoi rami dai quali sale il vino,
la verza si mise a provar gonne,
l'origano a profumare il mondo,
e il dolce carciofo lì nell'orto vestito da guerriero,
brunito come bomba a mano,
orgoglioso,
e un bel giorno,
a ranghi serrati,
in grandi canestri di vimini,
marciò verso il mercato a realizzare il suo sogno:
la milizia.
Nei filari mai fu così marziale come al mercato,
gli uomini in mezzo ai legumi coi bianchi spolverini erano i generali dei carciofi,
file compatte,
voci di comando e la detonazione di una cassetta che cade,
ma allora arriva Maria col suo paniere,
sceglie un carciofo,
non lo teme,
lo esamina,
l'osserva contro luce come se fosse un uovo,
lo compra,
lo confonde nella sua borsa con un paio di scarpe,
con un cavolo e una bottiglia di aceto finché,
entrando in cucina,
lo tuffa nella pentola.
Così finisce in pace la carriera del vegetale armato che si chiama carciofo,
poi squama per squama spogliamo la delizia e mangiamo la pacifica pasta
del suo cuore verde.
(Pablo Neruda)
Che siano mammole romane, violetti di Toscana o spinosi di Liguria i carciofi rimangono dei protagonisti principi della nostra cucina. Il Cynaria scolymus (nome botanico) è uno degli ortaggi più sani e saporiti che la natura metta a disposizione. Un alimento squisito sia crudo che cotto, una vera e propria miniera di principi attivi che vantano particolari virtù terapeutiche. Hanno pochissime calorie, molte fibre, una buona quantità di calcio, fosforo, magnesio, ferro e potassio. Sono dotati di proprietà regolatrici dell’appetito, vantano un effetto diuretico e sono consigliati nella dieta di chi soffre di colesterolo, diabete, ipertensione, sovrappeso e cellulite. Sono anche molto apprezzati per le caratteristiche toniche e disintossicanti. In particolare una sostanza risulta essere primariamente attiva: la cinarina, il principio amaro che caratterizza il sapore del carciofo. Un “Amaro” che fa bene, come diceva la famosa pubblicità “…contro il logorio della vita moderna” e come sosteneva Rudolf Steiner, filosofo e fondatore dell’antroposofia, “un sapore amaro che è tonificante del cuore sano e del fegato affaticato o malato”. Inoltre, ne è ormai dimostrata l’attività ipocolesterolemizzante (diminuisce i livelli plasmatici di colesterolo LDL, quello “cattivo”) ed ipotriglicerimizzante (diminuisce i livelli plasmatici di trigliceridi), quindi in senso generale, diminuisce la quantità di grassi circolante nel sangue (lipemia). Quasi una terapia “farmacologia” che la natura ci mette a disposizione per purificarci durante il risveglio della primavera; un meraviglioso fiore che “ripulisce” sangue e fegato dopo il lungo torpore invernale. Ricordate però che il carciofo è controindicato per le donne che allattano perché disturba la produzione di latte.