6 giugno 2011

Passaparola

Il prossimo 12 e 13 giugno ci saranno i referendum, io credo che ogniuno debba votare secondo la propria coscienza, ma la cosa importante è andare a votare avere il quorum 


Se poi volete sapere la mia opinione, vorrei parlarvi del nucleare:
l’Italia ha chiuso nel 1990 l’ultima centrale nucleare che le era rimasta dopo l’esito negativo di un referendum popolare sull’impiego dell’energia atomica a fini industriali tenutosi negli anni precedenti e dopo che nell’opinione pubblica si erano diffusi timori e pregiudizi, per effetto del grave incidente verificatosi nell’aprile del 1986 nella centrale di Chernobyl, in Russia.
Da quel momento la problematica dell’impiego del combustibile nucleare in impianti industriali è rimasta in una fase di stallo nel nostro Paese.


L'energia nucleare è una fonte di energia alternativa molto controversa. Essa è certamente un'energia pulita in quanto le centrali nucleari non immettono nell’ambiente alcuna sostanza inquinante, né anidride carbonica né ossido di azoto, nè zolfo, principali cause del buco nell’ozono e dell’effetto serra, inoltre la produzione di energia dal nucleare riduce l’importazione di petrolio dai paesi esteri e il tutto si traduce in una maggiore stabilità del sistema economico nazionale.
Ma al pari di questi numerosi vantaggi, vanno considerati i rischi elevati delle centrali nucleari. In caso di incidenti, le radiazioni di una centrale atomica a cui la popolazione viene esposta causano un maggiore rischio di morte per leucemia e tumore.
Inoltre le scorie nucleari non possono essere distrutte e l’unica soluzione, per il momento, sembra essere lo stoccaggio per migliaia di anni in depositi geologici o ingegneristici. Sono necessari anni di studi e grandi investimenti per l’individuazione delle soluzioni di stoccaggio per centinaia di migliaia di anni. Uno degli aspetti più critici della questione “sicurezza” è il problema del trasporto delle scorie e del materiale nucleare. Durante il trasporto, sussiste il rischio di incidenti e di attentati terroristici. In Francia, il treni speciali adibiti al trasporto di scorie nucleari sono scortati da “carri armati” e da poliziotti a cavallo. L’itinerario del treno cambia in continuazione all’insaputa delle popolazioni residenti nei pressi delle ferrovie.
In ultimo, vi è il problema della localizzazione delle centrali che in un paese come il nostro dove tutta la dorsale appenninica è a rischio sismico incontra ovviamente molteplici resistenze da parte dei cittadini.
Nell'Unione europea su 27 paesi, 14 dispongono di impianti nucleari. Le centrali in funzione in Europa sono 143: 58 in Francia, 19 nel Regno Unito, 17 in Germania, 10 in Svezia, 8 in Spagna, 7 in Belgio, 6 nella Repubblica Ceca, 4 in Slovacchia e Finlandia, 2 in Bulgaria e 1 in Olanda e Slovenia. Le centrali nucleari producono attualmente circa un terzo dell'elettricità e il 15% dell'energia consumata nell'Unione europea.
Per concludere il nucleare rappresenta  una fonte di energia caratterizzata da basse emissioni di carbonio e costi relativamente stabili; ciò lo rende interessante sotto il profilo della sicurezza dell'approvvigionamento e della lotta ai cambiamenti climatici, ma la critica maggiore che l'opinione pubblica pone al nucleare è che non esiste a tutt’oggi una tecnologia che garantisca la sicurezza "totale", al 100%: un minimo rischio è sempre presente, quindi la possibilità di incidente NON è pari a zero. Da questo punto di vista, una centrale nucleare rappresenta un possibile, altissimo pericolo costante.


BUON  VOTO  DI  COSCIENZA .... E  NON  DI PARTITO




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